La vita di Dante Alighieri

Vita domestica e uffici pubblici.

Non bisogna immaginarsi un Dante assorbito solo nei suoi studi' e nei suoi tentativi d'arte: anche la realta' della vita urgeva ed egli non era anima da perdersi in un mondo puramente intellettuale o che si disinteressasse dei rapporti che la scienza e l'arte hanno con la vita...

Dante Alighieri nasce nel 1265, in una Firenze in cui avveniva una grande trasformazione sociale: l'ampio sviluppo preso dalle arti e dal commercio, l'immigrazione dal contado di gente nuova attratta dal desiderio di guadagnare e farsi largo, avevano sempre piu' ristretto il potere e le facolta' delle case di nobilta' originaria e che non s'erano mai occupate d'industrie e di commerci: da una parte la baldanza e il seguito che da' il danaro, dall'altra la tristezza e l'abbandono che e' conseguenza della penuria. Il padre di Dante aveva saputo conservare, e forse accrescere, il piccolo patrimonio familiare , se non facendo propriamente l'arte del prestatore, certo occupandosi d'affari; ma il figlio non lo segui' per questa strada, e neppure suo fratello, Francesco, che, pur tenendosi lontano dagli studi, altra occupazione o ozio non conobbe fuor di quella del possidentuccio : come tutta la media nobilta' che viveva delle rendite terriere, senti' presto anche il poeta il morso del bisogno, e ne restano testimonianze in atti di mutuo che egli e suo fratello contrassero negli ultimi anni del sec. XIII. Dal matrimonio con Gemma di Manetto Donati (era questi cugino di Corso, ma d'un ramo della famiglia che andra' presto staccandosi dalla consorteria, assumendo nuovo casato), combinato nel 1277 ma attuato non sappiam quando, erano nati vari figli: noi conosciamo lacopo, Pietro, Antonia (da identificarsi probabilmente con una suor Beatrice fattasi monaca nel monastero di Santo Stefano degli Olivi a Ravenna) , e potrebbe esser loro fratello anche un Iohannes filius Dantis Alagheri de Florentia che compare come testimone in un atto del 18 ottobre 1308 in Lucca. Il dover vivere dei frutti delle possessioni che Dante aveva in comune col fratello, anch'egli sposato con donna di pari condizione sociale, e di piccoli guadagni quali si potevan ricavare dal dar bestiame a soccida o caposalvo, imponeva limitazioni, e generava strettezze quando occasioni straordinarie richiedessero spese di qualche momento o per decoro della famiglia o per speranze di migliorare la propria condizione. E a Dante, per l'altezza dell'ingegno, per l'attitudine e il desiderio di menar vita cavalleresca, in una citta' celebrata per la cortesia che vi regnava, non dovevano mancare occasioni di figurare. dal 1295 al 1301 il poeta Fiorentino partecipò attivamente alla vita politica di firenze, anche come priore. Successivamente Dante si accostò ai guelfi biachi poichè gli sembravano più umani e accomodanti. Intanto Papa Bonifacio VIII incalzava con le sue ingerenze nella vita politica fiorentina e si accorse dell' ostilità nei suoi confronti del poeta tanto da trattenerlo a Roma per evitare che, tornato in firenze, tramasse contro di lui: I guelfi neri si impadroniscono di firenze e Dante, accusato di baratteria, non farà più ritorno nella sua patria. Dal 1302 inizia il periodo più triste per il poeta, cioè quello legato all'esilio. L'esilio rese Dante cittadino d'Italia e fu la molla che gli permise di concepire la sua Commedia. Tante furono le città in cui Dante visse e in cui fu costretto a chiedere ospitalità: si ricorda in particolare l'ospitalità di Cangrande Della Scala al quale Dante dedicherà il Paradiso. Città molto cara a Dante fu Ravenna dove insegnò e dove riposano le sue ceneri. Il Sommo morì tra il 13-14 settembre 1321. Morto l'Alighieri, sua moglie Gemma potè riscattare i suoi diritti dotali, sua figlia Beatrice rimase a Ravenna come monaca, Iacopo torno a vivere in Firenze e diede a diffondere l'opera di suo padre, Pietro si stabili a Verona dove esercito la professione di giudice e morì a treviso

 

                                                                                                   Grande Enciclopedia Treccani