Vita Nuova
1295: La Vita Nuova è la prima opera di Dante; essa raccoglie una parte dei testi poetici composti dall’autore nella giovinezza, inseriti lungo un racconto in prosa. Quest’opera non narra solo la storia d’amore tra Dante e Beatrice, ma è anche un’opera ricca di emozioni. Nella conclusione l’autore promette di dedicare a Beatrice, in futuro, un’opera nuova e meravigliosa: la Divina Commedia. Nella Vita Nuova viene raccontata la vicenda più importante della giovinezza di Dante: l’amore per Beatrice.
Però l’opera non è solo l’autobiografia della giovinezza di Dante, ma è anche piena di significati profondi, infatti ogni momento della narrazione è direttamente inserito in un sistema allegorico (simbolico). Nella Vita Nuova Dante non si limita a cantare l’amore per una donna, ma canta la donna in sé (donna – angelo). L’immagine della donna – angelo assume un senso teologico: Beatrice è colei che dà beatitudine, quindi è il tramite fra il mondo terreno e la verità divina. La Vita Nuova parte dalla descrizione della storia d’amore tra Dante e Beatrice e si evolve in un adesione ai temi del Dolce Stil Novo (descrizione della donna – angelo). Della nuova poetica fa parte la scelta del nuovo pubblico, infatti non è dedicata a un pubblico nobile ma a tutti. La Vita Nuova inizia simbolica e finisce allegorica. La parte in vita di Beatrice rappresenta l’affermazione del simbolismo medievale, infatti ella è la simbologia di qualcosa che vuole significare: la nobiltà d’animo, l’amore, l’onestà, la semplicità. Invece da morte Beatrice diventa l’allegoria della fede, della salvezza e dell’amore di Dio; il lutto per la morte di Beatrice contiene anche il lutto per la perdita di una forma di conoscenza.
De Vulgari Eloquentia.
1304-1306: Il “De Vulgari Eloquentia”, letteralmente “Sull’Eloquenza del Volgare”, è una tra le più importanti opere di Dante, scritta in Latino.In quest’opera viene trattato il tema della lingua Volgare, ma nonostante ciò è scritta in Latino, perché gli interlocutori a cui si rivolge appartengono alle alti classe sociali dell’epoca, ossia quella politica e quella religiosa.Egli vuole illustrare che il Volgare non è una lingua del solo ceto basso della popolazione, ma può essere usata anche dalle classi alte, visto che per lui è una lingua di valore assoluto, anche poiché era una lingua usata dai Borghesi nei commerci e nei rapporti con altre città.
Il Convivio
Il Convivio è stato scritto tra il 1304 e il 1307, dopo la morte di Beatrice e l’inizio dell’esilio da Firenze. E’ considerata la prima opera dottrinaria di Dante riguardante la sua filosofia che si basa su quella del dottore della chiesa San Tommaso D’Aquino il quale, in chiave cristiana, commentò Aristotele. Il suo intento, infatti, era quello di congiungere la filosofia alla sua attività d poeta per difendere la propria fama dalle accuse ingiuste dei suoi concittadini che lo avevano esiliato.
Il titolo Convivio significa “banchetto” e, riprendendo il Simposio di Platone, Dante vuole metaforizzare il suo scopo di divulgazione delle sue conoscenze a più persone possibili.Per apprezzare, però, le raffinate vivande offerte dal poeta, e cioè le canzoni "filosofiche" che egli inserisce in ogni capitolo, al lettore occorrerà del "pane", ovvero le parti prosastiche a commento dei testi poetici. Da qui si può dunque dedurre che il Convivio si tratta di una quasi enciclopedia scritta sotto forma di prosimetro. Potrebbe,quindi, sembrare simile alla Vita Nova ma in realtà quello che cambia sono i contenuti che riguardano un ambito morale e civile, basato sull’amore per la conoscenza e non per una donna. L’ intento di Dante era di scrivere 15 trattati secondo la grande trattatistica latina in cui le parti in prosa dovevano spiegare concettualmente le canzoni a cui il poeta dedicò ciascun capitolo del Convivio.Il progetto, però, non fu portato a termine perché furono composti solo i primi quatto trattati.Il motivo di questa interruzione non è noto ma probabilmente Dante già stava pensando di scrivere la Divina Commedia. Come, infatti, Dante scrive all’eccesiva fiducia nella filosofia come strumento per raggiungere la verità si sostituisce l’umiltà di avere una guida che lo porti alla visione di Dio. C’è, quindi, un ritorno di Beatrice come simbolo della teologia che supera la “donna gentile” che rappresenta la filosofia.
De Monarchia
1310-1313: De Monarchia. Il De monarchia è un trattato in latino ed è stato scritto verso il 1312. L’opera parla principalmente della natura della monarchia e dei rapporti tra i due poteri assoluti del tempo(impero e papato).Essa è divisa in 3 libri:
-nel primo, si parla della necessità di una monarchia universale, in modo da assicurare all’uomo la pace, cosa che solo un monarca può assicurare, impedendo lotte e divisioni tra i popoli;
-nel secondo, si afferma che il popolo romano sia il custode del potere imperiale;
-nel terzo, si afferma l’indipendenza tra impero e papato, che vengono paragonati a due soli, che brillano entrambi di luce propria perché sono legittimati dalla volontà divina.
In questo modo Dante contesta la tesi teocratica, che sostiene la dipendenza dell’impero dalla Chiesa, che ha ricevuto il potere direttamente da Dio, e quella imperialista, che invece sostiene il dominio dell’impero sulla Chiesa,in quanto garantisce le armi e la pace alla Chiesa; e infine anche quella regalista, che sostiene il dominio di un sovrano sia sulla Chiesa che sull’impero. In questo libro Dante mette in discussione la legittimità della Donazione di Costantino, con il quale Costantino avrebbe concesso a papa Silvestro I la sovranità su Roma e su altri territori.
Le Rime
Le rime contengono le poesie composte tra il 1283 e il 1307, scritte da Dante ma non incluse nella vita nuova ne nel convivio. La raccolta non fu organizzata da Dante, ma da alcuni curatori che ne scelsero il titolo e inclusero oltre ai 54 componimenti scritti da Dante, altri 26 di attribuzione incerta e 26 liriche di poeti corrispondenti che attraverso i componimenti erano in dialogo con Dante, ad esempio Angiolieri, Cavalcanti e Donati. Le Rime racchiudono componimenti riconducili a diverse fasi della vita del poeta, aventi perciò stili e argomenti differenti. I componimenti sono raggruppati in cinque categorie:
- Rime stilnovistiche: risalgono al periodo della vita uova. Il tema centrale è l'amore perla donna amata, secondo la tradizione stilnovistica. Lo stile è elevato e sono presenti riferimenti culturali che sono spiegabili con il uovo pubblico di è lite al quale dante si rivolge.
- Tenzone con Foreste Donati: comprende in totale sei sonetti, tre scritti da dante e tre da Foreste Donati, intorno al 1290-1296. La tenzone ovvero la disputa poetica si articolava in linguaggi comici, insulti e volgarità.
- Rime allegoriche e dottrinali: Risalgono agli ultimi dieci anni del 1200. Tema dominante è l'impegno morale, come trattato anche nel Convivio. La scelta di un tema impegnato richiede uno stile ed un linguaggio elevato e ricercato.
- Rime petrose. Scritte tra dicembre del 1296 e il 1298. Tema centrale è l'amore per una donna indifferente. La parola chiave è Petra- pietra, ciò allude anche alla "crudeltà dell'amata" ma anche al suo nome, Petra. All'atteggiamento aspro della donna corrisponde uno stile di scrittura realistico e brutale.
- Rime dell'esilio: furono scritte fra il 1302 e il 1307, Rime dell'esilio: furono scritte fra il 1302 e il 1307, i temi dominanti sono di carattere civile ed etico,m nonché una critica alla civiltà, comunale. Mentre rispetto alla propria condizione Dante si pone a volte con atteggiamento malinconico, altre fiero o risentito.
Divina Commedia
Divina Commedia (1304-1316): è l'opera di maggiore importanza e complessità di Dante ed è un poema che, suddiviso in tre cantiche, narra il viaggio di Dante dapprima nell'inferno e nel Purgatorio accompagnato dal poeta latino Virgilio, e infine in Paradiso, accompagnato dalla donna amata in gioventù, Beatrice.
La Commedia ha un inizio tragico e una conclusione positiva: dallo smarrimento di Dante nella selva oscura (peccato) fino alla salvezza, verso il viaggio che porta al Paradiso. Ma è detta commedia anche perché Dante utilizza molteplici e vari stili: mescola il linguaggio alto e solenne con il linguaggio medio e il volgare. In particolare quest'ultimo viene utilizzato da Dante per descrivere le bassezze delle anime infernali e le pene più orrende e degradanti dell'inferno, mentre il linguaggio alto e solenne viene utilizzato dall'autore per descrivere la gioia del Paradiso.